[Clicca qui per ascoltare una citazione da Wilde]  The truth is rarely pure and never simple



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"L'intenso 'Wilde' offre un definitivo ritratto di Oscar"

(Continuazione)

C'è a volte una certa ingenuità nel genio. Avendo una olimpica visione della vita, questo Oscar sembra libero dalla meschinità e ottusità dei comuni mortali. E' come se Wilde avesse cercato di convincersi che in qualche modo la sua grandezza mentale l'avrebbe protetto da quello che noi percepiremmo come un imminente ed inevitabile scandalo; che l'aver imparato ad essere sincero con la propria natura avrebbe in qualche modo salvato la situazione, anche se ci si trovava in un'epoca nota per la sua ipocrisia sessuale e per la condanna morale dell'omosessualità.

Benché la querela per diffamazione intentata da Wilde contro il Marchese di Queensbury, che privatamente lo aveva etichettato come un "Somdomita [sic]", è sempre stata interpretata come un atto di follia distruttiva, Wilde si era evidentemente convinto che un pubblico attacco al terribile Queensbury avrebbe impedito al Marchese di distruggere il figlio. Come la situazione si ribaltò, la caduta di Wilde fu vertiginosamente rapida, ed egli si ritrovò condannato a due anni di lavori forzati per "atti di grave indecenza". La sua salute ne risultò minata, sarebbe morto a soli 46 anni nel 1900.

Gilbert ha chiaramente dato a Fry e Law la fiducia per ricoprire ruoli che avrebbero richiesto la messa a nudo dell'anima, e loro ne sono usciti trionfanti. La Constance di Ehle emerge come una donna di nobile carattere, inizialmente di totale abnegazione, ma mai sciocca. Il Ross di Sheen ha una lealtà genuina e di livello invidiabile, qualità condivisa con l'altra fedele amica di Wilde, Ada Leverson (Zoë Wanamaker). Vanessa Redgrave è l'altezzosa e risoluta madre di Wilde, ed insieme a Wilkinson, vi è un forte contributo da parte di Gemma Jones nella parte dell'infelice Lady Queensbury e Judy Parfitt nel ruolo di Lady Mount-Temple, le cui sarcastiche osservazioni sugli ipocriti costumi del genere "l'apparenza-è-tutto" propri dell'alta società aiutano a definire il mondo in cui viveva Oscar Wilde.

Lavoro di fattura superiore, "Wilde" scorre con vivacità, e l'idea di avvicinarsi ad una vita anticonvenzionale con uno stile narrativo tradizionale paga. Sfortunatamente, il film è sciupato dalla banale, troppo drammatica colonna sonora di Debbie Wiseman, che ha l'effetto di sottolineare inutilmente ogni momento della pellicola, che è stato invece reso così abilmente. E' specialmente rovinosa nel cupo tono delle sequenze finali del film, dove il passo naturalmente rallenta mentre la vita di Wilde entra nella sua fase finale.

Tutti gli altri coinvolti nella realizzazione del film "Wilde" hanno fatto un lavoro esemplare, gettando luce sopra un uomo e la sua era. Wilde era un uomo distrutto dal voler condurre una doppia vita, ma uno che nonostante tutto ha trovato il coraggio di essere sincero con se stesso. Wilde si preoccupava che le sue commedie, subito messe al bando, venissero dimenticate, ma esse rivivono costantemente, il loro posto nella letteratura mondiale è sicuro. Quasi un secolo dopo la sua morte, egli è ricordato perfino più di esse, - e come un eroe.

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