![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
![]() Introduzione | Variety | Evening Standard | Los Angeles Times "Superba interpretazione di Stephen Fry"Alexander Walker - Evening Standard ( 10 Giugno 1997 )Il 16 Ottobre, data della nascita di Oscar Wilde 143 anni fa, è stato scelto per la "West End Premiere" del nuovo film sul poeta, commediografo e martire omosessuale dei 'valori' morali vittoriani e dell'ipocrisia della società inglese. Ma ben prima di allora, il tanto atteso film Wilde, di cui si è avuta la prima proiezione privata a Londra, avrà fatto parlare di sé. Due cose possono essere dette immediatamente sulla reazione del pubblico. La sfarzosa pellicola d'ambiente prodotta da Marc Samuelson, scritta da Julian Mitchell e diretta da Brian Gilbert ci offre una riabilitazione ed una rivelazione. La riabilitazione è quella di Stephen Fry. Il pigro attore di teatro qui ritorna ai vertici con una interpretazione dominante. Il suo Oscar Wilde è un emozionante punto fermo intellettuale nella storia di un uomo che ha il mondo ai suoi comandi, ma la cui tragedia è di non riuscire a comandare a se stesso. La rivelazione che offre il film è il partner di Fry, Jude Law, interprete di Lord Alfred Douglas - il fatale amore di Wilde e la nemesi che spinge il suo amante ad intentare la sfortunata causa per diffamazione contro il Marchese di Queensberry, padre di Douglas, che avrà come conseguenza la condanna di Wilde a due anni di lavori forzati per sodomia. Il film unisce questa coppia di interpreti in un intreccio amoroso che finirà per assomigliare ad una trappola suicida per uno dei due. La presenza di Fry è monumentale. Visibilmente più pesante di vari chili, con una mascella simile all'orgogliosa prua di una nave, i capelli fluenti portati insolentemente scomposti e più lunghi di quanto perfino le fotografie più recenti ricordino, il Wilde di Fry è una credibile combinazione di forza fisica e debolezza morale. Non un languido damerino che parla per epigrammi o unico protagonista di uno show intitolato "L'Umorismo e la Follia di Oscar Wilde", egli è invece riconoscibile come un uomo del suo tempo, ed è totalmente convincente. Il film si apre in maniera brillantemente inattesa. Ci aspettiamo di assistere a turpi commerci sui marciapiedi del West End, invece vediamo rudi uomini a cavallo sparare colpi di fucile e far baldoria lanciando i cavalli al galoppo nel selvaggio West. Non si sarebbe potuto ideare un biglietto da visita più appropriato per l'accoglienza di questa produzione inglese in America - o uno più accurato. Perché nel 1882 Wilde davvero visitò il Colorado durante il suo giro di conferenze negli USA, e scese in una miniera d'argento per battezzare il prezioso filone che sarebbe stato chiamato col suo nome - e per dire ai minatori: "Spero di guadagnare una percentuale sui diritti d'autore". Fry affascina quei rudi lavoratori e lancia un'occhiata di apprezzamento su quelli più giovani e di bell'aspetto che gli stanno di fronte a petto nudo, mentre li istruisce su Benvenuto Cellini, l'artista cesellatore del Rinascimento la cui attività secondaria probabilmente includeva diversi omicidi. "Gli sparava?", chiede con interesse uno dei figli di Silverado. Introduzione | Variety | Evening Standard | Los Angeles Times
Copyright © 1997 Samuelson Entertainment Materiale grafico aggiuntivo © 2001 Sary ![]() |